Nelle ultime settimane abbiamo taciuto. Lo abbiamo fatto mentre tuttə ci tiravano per la proverbiale giacchetta, hanno messo in giro voci non sempre lusinghiere sul nostro conto, hanno cercato di strumentalizzare posizioni che non abbiamo mai assunto. Avremmo avuto molte cose da dire, ma, per il principio di correttezza che – faticosamente – abbiamo sempre seguito in questo nostro percorso alla ricerca dell’unità e rinnovamento del centrosinistra, abbiamo preferito tacere: non ci sembrava il caso, insomma, di infiammare ulteriormente un dibattito politico già di per sé stupidamente incandescente.
Adesso però crediamo sia arrivato il momento di prendere la parola, e intendiamo farlo in modo completo e articolato, in modo che non possano più esserci dubbi su quello che è e quello che vuole fare Miranda – Laboratorio di politica e partecipazione.
Ripercorriamo i fatti: circa due settimane fa, tra mille difficoltà, abbiamo convocato la candidata sindaca e i due candidati sindaco dell’area democratica, progressista e antifascista di San Benedetto. Avevamo chiesto riservatezza e il proposito è sfumato nel giro di pochi minuti dal termine dell’incontro. Ad ogni modo, durante l’incontro è stato chiesto loro, in quanto rappresentanti di un discreto numero di forze civiche e politiche, di fare un passo indietro per favorire l’unità della coalizione su un nome diverso dal loro. Lo abbiamo fatto sulla base di una serie di considerazioni eminentemente politiche: quando, per la prima volta, all’inizio di giugno siamo riuscitə a mettere i tre candidatə a sedere allo stesso tavolo, abbiamo constatato che, tra loro, non sussistessero differenze sostanziali di visione politica sul futuro della città. Abbiamo così pensato che il problema non fosse tanto quello di raggiungere una sintesi programmatica, quanto quello di trovare un nome in grado di mettere insieme le varie anime.
Non era nostra responsabilità, ma una proposta l’abbiamo avanzata e abbiamo contestualmente chiesto ai e alla candidatə di discutere della cosa con le forze politiche che li sostengono. Al termine dell’incontro abbiamo inoltre detto alla candidata e ai candidati che sarebbe stato programmato un nuovo incontro per ascoltare le loro risposte alla nostra proposta.
Nei giorni seguenti le risposte sono arrivate a mezzo stampa, cosa che abbiamo ritenuto leggermente offensiva nei nostri confronti, vista la correttezza che abbiamo sempre dimostrato verso tuttə. Ci saremmo aspettatə, insomma, maggiore rispetto e una risposta franca e sincera, guardandoci negli occhi.
In ogni caso, abbiamo preso atto di queste notizie, giudicandole comunque molto poco utili a raggiungere l’obiettivo che più interessa non tanto (e non solo) Miranda, ma soprattutto i cittadini e le cittadine sambenedettesi che vorrebbero sostenere una coalizione di centrosinistra: l’unità.
Con un notevole sforzo in termini di pazienza, abbiamo comunque deciso di convocare nuovamente i candidati e la candidata per ricevere una risposta ufficiale alla nostra proposta: crediamo in una politica fatta di valori e di persone, quindi continuiamo a pensare che il confronto diretto sia il metodo migliore per affrontare e (auspicabilmente) risolvere le questioni.
A questa chiamata hanno subito risposto in maniera affermativa sia Paolo Canducci sia Serafino Angelini, mentre, ancora una volta a mezzo stampa, abbiamo appreso che Aurora Bottiglieri non si sarebbe presentata.
Per il dovuto rispetto verso chi ci aveva mostrato la propria disponibilità, abbiamo deciso di svolgere comunque l’incontro. L’assenza di una parte importante della coalizione che auspichiamo, non possiamo che leggerla come un qualcosa di negativo e, in una certa misura, anche un poco scorretto verso il nostro lavoro, e il nostro impegno a mantenere tutta la vicenda sui binari del rispetto.
L’incontro, ad ogni buon conto, ha prodotto comunque una notizia positiva: la disponibilità di massima dei due candidati presenti a fare un passo indietro, qualora anche la terza lo facesse, in favore di un nome di unità.
Senza farci alcuna illusione, comunque, si tratta sicuramente di un fatto positivo e che ci auguriamo apra nuove possibilità e scenari.
Al netto di tutto ciò e alla luce dei fatti di questi giorni – già, sin qui abbiamo semplicemente raccontato in maniera accurata come sono andate le cose –, crediamo di dovere fare alcune considerazioni.
1) Miranda è un laboratorio di politica e di partecipazione, non un’associazione, non un partito, non «i giovani del Pd», non una corrente ad uso e consumo di questo o di quello. Siamo «una forma originale della politica», come abbiamo detto sin dalla nostra fondazione lo scorso mese di ottobre.
2) Miranda è un agglomerato di ragazze e di ragazzi che vengono da esperienze politiche diverse, diversi modi di intendere la militanza, diversa appartenenza. Alcuni hanno tessere di partito, altri del sindacato, altri ancora fanno parte di associazioni e collettivi. C’è anche chi è alla prima esperienza in assoluto. Riteniamo tutto questo un patrimonio di freschezza e di credibilità di cui la galassia progressista cittadina ha molto bisogno.
3) In questi mesi moltə hanno sentito il bisogno di dirci «dovreste fare questo, dovreste fare quello…». Molti, anzi quasi tutti, ci hanno attaccato addosso l’etichetta di essere eterodiretti da questo o quell’esponente politico. Vi vogliamo rivelare un segreto: Miranda non risponde e non risponderà mai a nessuno, perché Miranda è una realtà composita, che si fonda sull’idea che una politica diversa sia possibile tra ragazze e ragazzi che la pensano talvolta anche in maniera molto diversa tra loro. I nostri obiettivi saranno sempre quelli dell’unità e del rinnovamento. Se per raggiungerli dovremo scontentare qualche notabile o qualche dirigente, ce ne faremo una ragione.
4) Quello che tiene insieme Miranda è un’idea molto semplice: una politica progressista, antifascista, transfemminista, ecologista è possibile in questa città, ma è possibile solo superando le vecchie divisioni, che con la politica hanno molto poco a che fare. Questo, per noi, vuol dire rinnovamento: costruire un nuovo modo di fare.
5) Il percorso di Miranda è appena cominciato. Continueremo a lavorare con coerenza e coraggio alla costruzione di una coalizione ampia, nella società prima ancora che tra le forze politiche. Il mondo non finirà dopo le prossime elezioni, e noi saremo ancora qui.
6) Miranda continuerà a svolgere il suo ruolo di contenitore di nuove esperienze, nuova partecipazione e nuovi stimoli per San Benedetto. Promuovendo la nascita di nuovi spazi di partecipazione e democrazia, in qualsiasi forma. Comunque andranno le prossime elezioni comunali, il nostro impegno non è destinato ad esaurisi.
7) L’auspicio di Miranda è che, nonostante la testarda litigiosità che la classe dirigente del centrosinistra cittadino ha dimostrato fino a qui, i sambenedettesi sapranno andare avanti.
Tanto dovevamo,
le compagne e i compagni di Miranda